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146 Maraviglia.

Or non è certo la materiale grandezza e vastità di tali oggetti, che un tanto effetto produca, non è l’idea della misura e dell’estensione. Perchè v* ha egli più vasta mole del cielo o del mare? Eppur l’uno e l’altro ci lasciano indifferenti, e il mar veduto eziandio la prima volta se non è altro che il mar che veggo, non mi commove poi tanto. Ma ogni volta che il veggio in tempesta, e vi miro od immagino di vedere come fo sempre ahcor non pensando una nave agitata ed ia pericolo, ogni volta che il del s’annera, lampeggia, e tuona, e in mente vienimi, come stfol d’ordinario, il fulmine presto act accendersi e a piombar già su la terra, allor sento il terrore e l’orrore scuotermi l’anima e il sangue. Così l’idee de’sepolcri, degli antri, d’una boscaglia oscura, del silenzio notturno e della solitudine, cnde sorgono P altre idee di fiere affamate, o d’assassini, o di qualunque mortai pericolo t tutto ciò ne comprende d’un fremito P ossa, e nell’anima attonita ed atterrita fa sorgere spettri ed immagini altrettanto possenti, quanto terribili, e però grandi e sublimi. Sia poi que-