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Maraviglia 143

.colo oggetto. Il restringere l’entusiasmo in così stretto lavoro, e il far sentir tanta passione con sì brevi tratti di mano e in tanta semplicità fa che gli ammiriamo più ancora che i grandi, che in lor sentiamo la vita e l’anima e l’evidenza più fortemente, lasciando al volgo frattanto l’ammirare i minuti lavori della pazienza, dello sforzo, della man faticosa neil’iliade contenuta in una noce, nell’evangelio scritto in sul nocciolo d’una cilegia, e in altre tali maraviglie del microscopio, e delle dita e dei ferri, che norf dicono nulla all’ingegno e alla fantasia. Ma un pittore e scultore eccellente sa far sentire ancor sol ne’capelli d’un fanciul di Coreggio, nella barba del Mosè di Michelangelo, nella chioma arruffata dell’indemoniato di Rafaello, nel nero ciglio di Giove, o nel cinto di Venere d’Omero, infine in un guardo, in una lagrima, in un passo di madonna Laura pub far trovare il sublime, il patetico, il bello col grande animati dall’entusiasmo ammiratore.

Con ciò viene a farsi il mirabili, di cui parliamo. Non ì mio imentu, il ripeto, ana-