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Maraviglia 141


sono i bei tratti, le belle forme delle bell’ar-r ri greche principalmente cioè que’tratti ed espressioni semplicissime che troviamo nell’antologia, in molti distici ed epigrammi, e quindi più belle, che non quelle d’altre nazioni; e quelle forme non meno semplici della Venere Medici, e dell’altre sue compagne, e del Cupido di Prassitele, e della Madonna della seggiola di Rafaello, e delia ’Maddalena di Coreggio. Qui la semplicità cresce la bellezza, come nel grande cresce il sublime, e nell’una e nell’altro conduce all’ammirazione per la via del rispetto nella grandezza, e per via dell’affètto nella bellezza; ivi la dignità, la potenza, la maestà, l’estensione più s’esprimono colla semplicità, e ci assoggettano; e cui la bontà, l’innocenza, il candore campeggiano, e ci allettano; e tanto dee questa semplicità trovarsi colla bellezza, che guai se ci sospettiamo la minima intenzione di parer bella una deliberazione di voler allettare, un disegno o pretensione, che già ci disgusta la stessa beltà, diviene affettazione, ci par malizia, e smorza la nostra ammirazione; laddove una cer-