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138 | Maraviglia. |
zione, e frastuono si sdegna, n’ha noia, e Pha in conto d’ignobile, e piccolo, benchè grandissimo in se stesso. Troppo a dirsi sarebbe del bello, che a par del grande rapi, sce l’anima in ammirazione. Certo è ch’eila riceve da quello il più grato esercizio di sua attività, e il sentimento più vivo di sua perfezione. Perciò molto n’abbiam parlato sot.
io il titolo di bellezza ideale,’per cui Parti e le lettere diconsi belle, e professano non solamente di ricopiar le bellezze dilla natura, ma d’abbellire lei stessa accostandosi a quella beltà, che uscita sarebbe dalla mano onnipotente, se nel sol bello si fosse ella occupata. Ma perchè altre mire ella ebbe creando le cose, oltre quelle della bellezza, e forse di lei più importanti, e fini più alti, e più generali, perciò lasciolla imperfetta nel bello, onde all’uom toccò in sorte di supplir quasi all’artificio del creatore, e d’abbellire l’opere sue, come dicemmo.
Egli è queste il bello, di cui è autore, ed inventor l’entu iasmo per fòrza dei l’elevazione, visione, ammirazione dell’anima coll’immaginazione sua ministra, belio che non esi-