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Maraviglia 137

Maraviglia.ìj7’tria ¡’ingrandiscono, come il riconosciamo in S. Pietro di Roma, e nel Panteon, nel Gladiatore, e nell’Èrcole, ne’quadri d’Alessandro, o degli apostoli Pietro, e Paolo, benchè fossero per natura non grandi, o come immaginiamo Achille Enea Orlando nel leggere que’ poemi, in cui tutto è di grande maniera, e di stile sontuoso. Al contrario v’ha degli stili e delle maniere, che presentando forme comuni, e inarmoniche fan parer piccole le gran moli e persone, come le chiese gotiche quasi tutte, assai statue gigantesche da me vedute in Germania, assai dipinture di gran volte e cupole in Francia; i caratteri degli eroi nelle storie, nelle poesie, ne’panegirici del gusto di Seneca, e di Q.

Curzio, del Bartoli e del Marini. Ciò nasce dalla comparazione, che facciam subito tra le idee. che gli oggetti originali svegliano in noi, con quelle che riceviamo dalla loro rappresentazione in quadri, e statue, e suoni, e descrizioni, onde l’anima è tratta all’ammirazione. Se allor trova ella proporzione ed accordo tra l’une e l’altre, ammira l’oggetto nella sua grandezza, se ci vede esagerazio-