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134 Maraviglia.


ste campagne, su gli alti gioghi, nel gran teatro aperto della natura, ne’cieli, nel mar, nella terra? Non ci par quivi ampliarsi ad un certo modo la nostra forza, ed attività interna, e spaziar l’anima emulatrice di quella immensità, onde aman tanto i poeti l’arduo de’monti, il soiingo de’boschi, e de’deserti, come dicon per mille Virgilio e Orazio ( i )? Negli oggetti dell’arte non troviain mai quel disegno augusto, e magnifico, che mostra la man del padrone della natura. Presto scorre la fantasia per l’architettura d’un jeal palagio, e d’un giardino, e dimanda di più; ma ne’ campi della natura scorre per ogni parte, nè mai trova limiti e intoppi alle immagini variate all’infinito, eallot sentiam quel fremito, quel ribrezzo a pochi noto della( I ) Sed me Parnassi deserta per ardua dulcís Reptat amor Ignotis errare locis, ignota vidtre ilumina gauàebat Scriptorum chorus omnis amat nemus & fugit urbes.