del lettore, basta che studj se stesso, e vedrà, ch’ei pur componendo vive e si pasce di novità, per cui seguita e soffre il lavoro, e lo gusta eziandio. Ei legge in certo modo se stesso, quando compone, e conversa col- * Ja sua fantasia, ed ha il libro, e il quadro dell’anima aperto davanti. Se questo nulla gli offre di nuovo, se ripete, se gli divien famigliare co’soliti obbietti, ed immagini^ se infin non lo scuote la novità dell’invenzione, de’ pensieri, del colorito, della composizione, la fatica lo stanca, il piacere addormentasi, e l’entusiasmo non si risveglia, o svanisce. Ma mettiamo l’autore e il lettore a fronte per toccare con mano tal verità. L’autore e il lettore son due persone in trattato d’amicizia, che si avvicinano, si esaminano, e si misurano, ovver valutano col piacer vicendevole. Quanto questo ne va crescendo, più volentieri si trovano insieme, e conversano; l’amicizia si strigne, st scalda, giungono ad essere due amanti inseparabili, come veggiamo in tanti innamorati d’un’opera, e d’un’autore. Il lettore ha un poema alla mano, che a principio è umile, pia-