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96 | Rapidità |
crist.ilio’, Dell’Ariosto mostravasi una pelliccia, che ove era spelata per logoramento, avea segnati con lapis versi, ed ottave occorsegli lontan di casa, e così altri furono spesso costretti dall’impeto a metter così in sicuro, e sfogar ciò, che perdere non volevano, o non potean trascurare, e che poi si trovò più bello, che le studiate lor produzioni. E debb’esser così, perchè nascono in quel caso dalla vera sorgente, e spontanea dell’en, tusiasmo.
Non è in nostra mano il momento felice.
Talor vengono quasi repentine ispirazioni dall’alto i pensieri più felici, e più ardenti insieme; nè noi sappiam d’onde. Com’entra la luce negli occhi nostri, come una bella fSsonomia ci và al cuore, come nna voce ci tocca l’anima senza volerlo; così abbiamo in istanti un felice entusiasmi. Ma quindi appunto è la sua forza maggiore e robustezza, e di tali istanti nacquero i passi più prepotenti degli scrittori, i pensieri più grandi, e le pennellate più risentite dell’arti, perchè quell’entusiasmo repentino, e violento alza, domina, e trasporta rapidamente il poeta, e<i