L’anime piL{ volgari non veggono per esempio alla campagna fuorchè armenti, e gregge, aratori, e messi, piante, e ruscelli, L3 entusiasmo ci vede ciò, che non mai ci videro gli altri, e quel, ch’essi ci veggono, sprezza, e non cura. Vede ne’ fiori le lagrime dell’aurora, nell’acque le najadi, le driadi nelle piante, e sui lidi del mare ascolta il suon delle conche, e vede le danze dei intoni colle nereidi. Ivi scende alla reggia di Nettuno, e di Teti, alla spelonca d’Eoio, come nell’erebo a quella di Plutone, e di Proserpina, a un nuovo mondo tutto e solo veduto da lui. Così nella selva ei non trova il silenzio, e la solitudine, come noi, che or l’eco dal sasso risponde, or frani, e silvani cantano, e suonano, or Diana colle sue ninfe armate d’arco, e di faretra metton tutto a romor colia caccia. Ovidio ha raccolto questo mondo poetico nelle trasformazioni, e in quella moltitudine di personaggi terreni, o celesti, che vestono nuove forme d’alberi, d’animali, di fiumi, di sassi, onde Iev più insensibili cose, e più materiali prendono penso, ed intelligenza, e la natura tuttae