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Visione 79

rappresentale la fantasia. Nè penso gii che alcun mi domandi quale occhio e dove abbialo, di qual luce e colori usi l’anima a godere tai viste, ove siano gli oggetti suoi, se in tela dipinti, se da vel trasparenti, se scolpiti nel celabro o simili cose. Quest’ottica è ancora a trattarsi, ed io son pago della certissima mia sensazione, onde a chiusi occhi ho chiare vedute interne, lontane dai sensi, o sopra loro per alta illuminazione.

Quasi in clima più puro e più sereno vedo ciò che non vedesi al basso e tra le nebbie, vedo una scena intera moversi, vivere, agire, animando l’anima ogni oggetto, e quindi provandone l’impressioni, come se gli esterni ccchi aprissi, l’orecchie udissero, le mani toccassero corpi reali, benchè il corpo tutto, e i sensi esterni sieno in ozio. Perciò dicor.si visioni, e sogni, e talvolta sembrati delirj.

Dal che vien l’opinione, che i pittori, e i poeti, come in lor ciò fassi più spesso, e più fortemente, sien gente pazza, perchè le cose straordinarie, e non conosciute dal comune degli uomini si vogliono facilmente avvi-