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pronta co’ miei ventiquattro anni, e sei parti a stancar sei giovani ballerini, come ho fatto una volta senza stancarmi in danze faticosissime. E non abbiam noi bravissime ballerine di corda? saltatrici terribili in teatro? Le stesse dame non han fatto da lacchè valorosamente? e non vi parlo di plebee, parlo di dame, la cosa è notoria e di città non lontane. E tutte queste non son già state deformate come quel mostro d’Eon, qual lo dipignete. Ma la guerra, voi dite, gli assedj, le battaglie, delle quali voi fate un’altra pittura più comica che giusta, ove sono? Io non vò entrar in ciò più avanti, perchè veramente avete ridotto voi altri uomini, o fiere che siate il mestier militare all’istinto sanguinario delle tigri e degli orsi. No no, tenetevi pur questa gloria, non la vogliamo. Ma vi fu un tempo che gl’italiani uomini d’arme, o condottieri, come io lessi, eran guerrieri saggi anche in battaglia per risparmiar il sangue, e non restava ferito o morto quasi nessuno dopo molt’ore di zuffa e di mischia furiosa. Allor le donne potean far lor figura con onore. Ma io