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eccoti un villanello, che senza pur sospettare di que’ misterj, rapisce cantando una intera nazione, passa nelle straniere, trionfa di tutti i più profondi maestri dell’arte fatto delizia ai Monarchi. Egli è nato con quella voce, con quell’orecchio, e soprattutto con quell’entusiasmo dell’anima, che è l’anima della Musica, come l’è pur della Poesia, né d’altro non abbisogna. Tre o quattro regole generali per evitar certi difetti bastano a lui, e divengono un’arte perfetta quando hanno seco quella felice natura. Consultisi adunque ciascuno prima di volgersi alla poesia, massimamente in italia, dove più n’è bisogno per tanto abuso fattovi di quest’eccelso dono, il quale non giustamente con nome d’arte s’appella. Certo il Bembo, e tant’altri erano ingegni preclari e di gran cose avrebbono fatte se non si fossero dati all’imitazione d’altrui, ed al non proprio uffizio del poetare. Non è nostra severità pertanto, ma zelo egli è per la patria, se quanti sono Cinquecentisti,