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di Virgilio e Inglesi. |
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per lo più con un quadernetto, che ci levava in alto con l’anima, ed abbassavaci poi sinchè nel fine ci stramazzava per terra. Alcune poche canzoni trovammo invero, che d’amor non parlavano, ma che meglio avrian fatto di pur anch’esse parlarne, tanto parvero insulse, o fredde o intralciate. Sopravvennero appresso, poichè mi posi a lasciar molte pagine addietro per non isvenire, alcuni capitoli in terza rima, e Dante in essi parea proprio risuscitato; e se non era quel veramente divino, che incomincia. — La notte che seguì l’orribil caso — noi fuggivamo sicuramente per orror di trovarci un’altra volta impegnati nell’Inferno, o nel Purgatorio e nel Paradiso. Perdoniam pur al Petrarca d’aver impiegate migliaia di versi, e più di trent’anni, e un cuor sensibile e delicato, e un’anima generosa e inventrice in lodare e compiangere una donna; ma noi che non la conosciamo, nè per lei sentiamo altro affetto, che l’inspiratoci da’ suoi versi, noi proviamo gran pena a seguirlo senza per tanto tempo. Nulla è più dolce, ma nulla è più pronto