capricciose e non ragionevoli, che forman per altro una gran parte dell’opera. Terenzio, Aristofane e i comici dimostrarono che per un titolo di commedia non si può divenire poeta comico, massimamente dove mai non si ride, e spesso si dorme, infin non trovavasi chi volesse della divina commedia restar onorato, e Dante correva pericolo d’essere escluso dal numero de ’poeti.
Se non che veennemi in mente di propor loro in buon punto un consiglio: ciò fu di estrarre i miglior pezzi di Dante, che a loro stessi avean recaro cotanto diletto, e raccoglierli insieme in un unico volume di tre o quattro canti veramente poetici, i questi ordinare come si può, e i versi poi, che non potrebbono ad altri legarsi, porli da se a guisa di sentenze, siccome d’Afranio e di Pacuvio fecer gli antichi. A questa condizione accettarono tutti i poeti Dante per loro compagno, e gli accordarono il privilegio dell’immortalità, che loro è concessa dal fato. Io penso, Arcadi, che non sarete di parere diverso da quel d’Omero, di Virgilio, d’Orazio, d’Anacteonre, e di tutti co-