Purgatorio e al Paradiso, anch’essi questi campioni dan segno di stanchezza per quei diserti; perche dovete sapere, che non ho citato se non se passi dell’Inferno, che è il più nobile, e il più poetico della divina commedia, come già udiste. Tutto questo ho voluto leggere dopo l’ultima nostra conversazione, e parmi d’averne intesa, se troppo non son temerario, la metà incirca; ma l’altre due parti ho scorse qua e là prestamente, per tema di perdermi in quell’eterna vacuità. Per la qual cosa, o Virgilio, tu non devi anteporre per alcun modo il tuo Dante ad Ennio, o a Pacuvio, perche se mancano questi di qualche bel passo, e di fuoco, e di forza per consolar chi legge, non hanno nemmeno la crudeltà di Dante, onde tormenta senza pietà le orecchie, e la pazienza di chi si lascia condurre per quelle arene, per que’ precipizi, per quelle tenebre, per quel labirinto inestricabile ed infinito. Che se pur egli è vero, come verissimo è pure, non consistere il pregio d’un libro, e d’un poema in alcuni bei tratti qua e là scelti, e cercati, ma sì nel numero del-