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50 | Lettere |
malanno per tutto quel canto, di rima in rima sempre più stravagante:
Così scendemmo nella quarta lacca
Prendendo più della dolente ripa
Che ’l mal dell’universo tutto ’nsacca:
Ahi giustizia di Dio tante chi stipa
Nuove travaglie, e pene quant’i’ viddi,
E perchè nostra colpa sì ne scipa?
E di que’ malavventurati? Chi volta pesi a forza di poppa, e voltando a retro e gridando anche loro ontose metro. Poi dimanda:
Che gente è questa, e se tutti fur cherci
Questi chercuti alla sinistra nostra;
Ed egli a me tutti quanti fur guerci.
Sì della mente in la vita primaia,
Che con misura nullo spendio ferci.
Assai la voce lor chiaro l’abbaia,
Quando vengono ai duo punti del cerchio,
Ove colpa contraria li dispaia.
Questi fur cherci che non han coperchio
Piloso al capo, e Papi, e Cardinali,
In cui usa avarizia il suo soperchio.
e così va seguendo a dar del capo in rime strabiliate, e che portano sempre mala ven-