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di Virgilio e Inglesi | 47 |
pagne, o in condizione servile, onde si portano nel sepolcro un talento senza aver sospettato giammai di possederlo. Eccoti come Dante ha trionfato e ancor regna. Qualche vera bellezza del suo poema, e un gregge infinito di settatori ha fatto il suo culto e la sua divinità. E in vero chi può resistere per esempio all’evidenza di que’ bei versi?
E come quei che con lena affannata
uscito fuor del pelago alla riva
si volge all’acqua perigliosa, e guata:
Chi la mollezza e il fresco non sente di quegli altri?
Quale i fioretti dal notturno gelo
Chinati e chiusi, poichè il Sol gl’imbianca,
Si drizzan tutti aperti in loro stelo:
Il maestoso e il terribile come nol vede in quell’entrata d’Inferno?
Per me si va nella città dolente,
Per me si va nell’eterno dolore,
Per me si va tra la perduta gente;
Giustizia mosse il mio alto Fattore etc.
E il doloroso, il disperato, può meglio sentirsi, che in que’ tre versi?