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32 | Lettere |
morto la verità non udite da chi la sperate oggimai? Qui non giunge l’adulazione, o la gloria de’ titoli, nè privilegio, o mercede, o diploma vi chieggo. Voi sedete legislatori, e giudici in un tribunale supremo di poesia; voi mandate colonie poetiche in ogni terra italiana; voi date poetica cittadinanza perfino ai re dell’Europa, e alle nazioni straniere, e in ciò sembrate antichi romani: dee dunque piacervi il mio zelo. Che se alcuno se ne dorrà, e leverà la voce contro di me, ricordisi almeno, che parla a un morto.
LETTERA SECONDA
UN’anima delle più temerarie1, che mai poeta, o verseggiatore ispirasse, scese
- ↑ Signor Pascali poeta di qualche merito, e noto in Mantova agli anni 1754. circa; era uffiziale nelle truppe austriache.