Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/343


Inglesi. 339


alla nostra dal meccanismo del nostro verso e l’indole della nostra lingua piena di parole proprie, sprovveduta di figurate, atta all’analisi e incapace d’entusiasmo, toglie alla poesia quei suoni pittorici, ond’ella dovrebbe far risentire l’orecchio e P anima.

Gli stranieri di fatto, che son beati leggendo Virgilio e Omero, leggono i nostri migliori versi con tedio. Pregian essi Cornelio e Rad ne, come ingegni eccellenti nell’arte di muovere le passioni con la sola forza del vero, ma non come poeti: molto più gli avrebbero in pregio, se fossero esenti da quel ritornello de’ medesimi suoni, il vizio dei quali se con altre bellezze vien talor ricoperto, presto risorge con molta noja.

La Francia medesima comincia a capire quanto è inutile il coltivare un’arte, che il nostro naturale freddo benchè giocoso, la nostra inclinazione all’imitare, or la riverenza superstiziosa versò gli esempj de’gran modelli, la timidità della nostra lingua, l’impossibilità di correggerla per cagione dell’accademia, condannano ad una eterna medio-