argomento in tai materie gravissime dipartendomi forse troppo dalle più lievi trattate nelle lettere di Virgilio e nelle inglesi, benchè non lievi ingiustizie, e persecuzioni abbian queste sofferte, e torno a sperare che gl’italiani sapran divertirsi di tali scherzi, come fan da gran tempo inglesi e francesi. Sì sì, miei cari italiani, ravviserete un giorno gli autori di cosiffatte piacevolezze di critica letteraria quali uomini dabbene ed amichevoli, persuadendovi, che essi non hanno la mira di pungere, non astio, non invidia o gelosia. Insino all’elogio fatto a una dama con qualche destra ironia su i donneschi costumi affin di togliere da una dedica l’usanza scipita d’un panegirico, no nol terrete per una satira contro quelle d’una città o famiglia, e ne rideranno esse pure le nostre dame riconoscendovi come usano quelle di Francia o d’Inghilterra quel critico sale de’ libri piacevoli1 e del teatro sui vezzi fem-
- ↑ vedi Lettre a una dame anglaise nelle bagatelles morales de l’abbé Coier, e la dedica delle mie lettere inglesi già in Verona sì mal intese.