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Inglesi. 243

LETTERA vili.

Eppur mi bisogna violare il segreto più mi.

sterioso confidatomi dall’Algarotti con tutto il cerimoniale, o poco meno dei liberi muratori, benchè volessi pur tacerveio veramente. Ma mi sono accorto esser questo anzi un inganno dell’amor proprio ( quasi geloso di non comunicare altrui ciò che gli sembra onorarlo ad esclusione degli altri ) di quel che sia fedeltà di segretezza. Trattandosi ai fine di cose, che piuttosto han di che giovare alle lettere, che non a danneggiare veruno, io rompo dunque il sigillo, e vi fò sapere, che in un momento di entusiasmo ( se non fu di-debolezza ) uscì a farmi il ritratto di un italiano conosciuto > del quale egli era poco contento, e che a lui pareva un compendio di que’ pregiudizi, de’ quali si lamentava, e un vero incomodo dell’età sua, come disse Catullo di certi poeti.

Costui, mi dicea, nato per essere un ma tematico, cioè a ricordarsi e combinar scraper le sue copiate idee }.non mai a crearne pur