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Inglesi. 205

sto un volume, il qual possa vendersi a peso e a mole due o tre lire venete.1 Or pensate, che in questo sono occupati degli uomini dotti di merito vero, e di studio e d’ingegno. Nè qui già non voglio con sopracciglio socratico richiamargli al loro primo ed essenziale destino di giovare con l’istruzione e col diletto agli uomini loro pari, dai quali le arti e le lettere sarebbon legittimamente bandite, se non servissero a qualche cosa, anzi sarebbono riputate un veleno occupando in baje tanti talenti, e distraendoli dal concorrere al ben pubblico, come sarebbero obbligati. Io crederò, se volete, che le lettere morali e critiche, le poesie panegiriche o drammatiche, le novelle, i romanzi italiani possano dilettando essere utili nelle gran città, quando siano ben maneggiate queste materie, e dirò che un cittadino, un uomo d’onore, un capo di famiglia


  1. Le pagai al libraio spesse volte per la stima verso l’autore onesto, e a me caro anche dopo quel libro fatto in difesa di Dante a favor dello Zatta.