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meno vizi e sciocchezze letterarie, anzi regnarvi più che altrove l’insolenza, la villania, la venalità, la bassezza d’animo, e soprattutto l’invidia tra gli autori, e dall’altra parte vidi sì pochi libri veramente utili agli uomini ed ai costumi, e che que’ libri medesimi, che debbono essere pei loro argomenti libri santi non che utili, divengono per colpa degli autori nocivi e scandalosi per quello spirito di controversia, di lite rabbiosa e di discordia, onde son pieni, allora non ho potuto negare a Rousseau tutto il mio consentimento. M’immagino che Rousseau vegga un catalogo de’ libri, che stampansi dentro un anno a Venezia soltanto, ove si stampano per altro comunemente i migliori, ed ove fan capo i più degli autori per la facilità della stampa. Lascio Roma e Firenze, ove per ordinario i libri sono d’erudizione, d’antichità, di qualche medaglia o inscrizione, che per me sono cose inutili, come la mitologia. Quale opinione avrebbe dunque Rousseau de’ vostri studj e del bene, che arrecano al genere umano? Io feci una volta il compendio di tutta quella far-