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tativi, impulsi gagliardi per quella misera sua costituzione di tante diverse provincie, ciascuna delle quali fa casa da sè, forma un popolo, un governo e leggi e costumi suoi proprj, benchè spesse volte l’una non abbia dall’altra, che un fosso, o una pietra per segno di confine. Il qual male non è già egli un vizio, una colpa degl’italiani; ma produce assai colpe e vizj, e rende, dirò così, eterno ogni abuso e pregiudizio. Una metropoli generale colla sua mole e possanza darebbe moto ai cambiamenti di tutta la nazione, e messe in odio e in ridicolo, per esempio, le Raccolte da lei, da per tutto cadrebbono. Così pure cadrebbe quell’altra pedanteria, di cui tanto abbiamo parlato insieme, d’ingiuriarsi i letterati così rabbiosamente e villanamente, ch’è proprio uno scandalo e un disonore della nazione, da cui l’Europa ha presa la prima cultura e urbanità dopo i tempi barbarici. Gli odj e le guerre letterarie durano tra voi altri in sempiterno, o se una finisce, tosto ne nasce un’altra. Nel poco tempo del mio ultimo giro in ogni parte d’Italia ho vedute battaglie terribili. Ove