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Inglesi. | 177 |
Piuttosto vi divertirà il conoscere la nostra solidità di pensare, che anch’essa ha gran credito presso voi e i francesi; vero è, che non siam sì leggeri e sì frivoli come questi, nè sì creduli e sempiici come gl’italiani. Ma quante volte ho dovuto filosofare anche su questo al veder quanto poco ci vuole a girar queste teste sì salde, e sì forti! E’ troppo fresca la trista avventura del Bing, che in sì poco tempo ho veduto dai nostri impetuosamente esaltare come un grand’uomo, con più impeto giustiziare come un malfattore, e subito dopo compiangere come un cittadino tradito, vergognarsi, e pentirsi. Questi son giucchi della fortuna, alla quale è lecito tutto. Ma credereste voi, che l’inglese spregiudicato ed incredulo si lasci talora trasportar dagli astrologhi, dagl’indovini, e corra dietro ai miracoli, come un fanciulla? Sapete pur quanta gente corse in folla per vedere un morto resuscitato, cui vantavasi di ravvivare un pazzo fanatico, che pretendeva d’averne altri resuscitati per una sua virtù soprumana confidatagli dal cielo. Era seguito per tutto da migliaja di