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di Virgilio e Inglesi | 13 |
sopra una nuova edizione de la Bruyere1, e sopra due elogi del duca di Montausier2. Non sono essi tai giornalisti degni emoli degli autori che prendono a esame, e non trovo io due scrittori eccellenti in vece d’un solo, e un piacer duplicato in sì nobil gara delle pene più dilicate e più ingegnose? Che grazia di scrivere, che profondità di pensare? Quanto discreta censura, quai lodi pesate, quale autorevole gravità unita a moderazione, ed amenità, onde m’illumino, e mi diletto squisitamente!
Tornami allora in memoria un’epoca fortunata, e gloriosa all’Italia e al principio del nostro secolo, nella quale incontraronsi felicemente i più grand’uomini stretti tra loro in amicizia, e in quell’ardua impresa costanti pel corso di quaranta volumi, quai furono i Vallisnieri, i Maffei, gli Zeno, i Morgagni, e tant’altri autori immortali dell’immortale giornal d’Italia. Nè sì lontani