alia critica, cioè agl’insulti e alle insolenze d’ogni più vile scrittore. Quindi son timidi, circospetti, e non fanno quel bene alle lettere, che farebbero co’ loro studi, se fossero più sicuri e avessero la conveniente autorità. Lì dove in Londra e in Parigi, dove sono raccolti tanti grand’uomini, e posti in luogo elevato, onde tutta la nazione vede la loro luce, e la rispetta, non temono fuorchè i loro pari, e intanto la plebe de’ poetastri, de’ gazzettieri, de’ libercolanti va strisciando nel suo fango, e non giunge a nojarli. Costoro son fuochi fatui, che spariscono subito senza far tetro ai pianeti, sono effumazioni, che il Sole dilegua e strugge. Ma in Italia, dove non è un Sole, dove i pianeti sono radi, o troppo dispersi, un vapore diventa una nuvola, e si fa un turbine una tempesta d’ogni piccola esalazione. Questo male è comune in Italia a molte classi e generi di persone. V’è la stessa diversità nel vestire e nelle mode, benchè tentino d’aver tutti le mode di Francia, non ci riescono, perchè ogni provincia