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156 | Lettere |
primo mio viaggio in Italia, onde ancora vivea con gl’inglesi, e scorticava i versi vostri e la prosa; pur quai lodi non mi davano per la mia pronunzia, per l’orecchio fino e il gusto delicato della mia lingua italiana, quando erano a pranzo,da me! In ogni città mi volevano ammettere in qualche accademia, ed io gli ammetteva intanto alla mia tavola. Qui dibattevansi i punti primarj della letteratura, e con le bottiglie si numeravano le decisioni. Mi si offerivano sonetti e dediche da ogni parte, e sono uscito d’Italia ben conoscendone il genio letterario, perchè avea ben pagati i miei maestri. Addio.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f2/Bettinelli_elemento_grafico_2.png/450px-Bettinelli_elemento_grafico_2.png)
LETTERA SECONDA
Non posso dissimulare, che di tutte le nazioni quanto alla letteratura m’ha la vosrra annoiato più di nessuna. I francesi e i tedeschi hanno de’ gran pregiudizi, ma non così incomodi, come quelli degl’italiani. In