Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/158

154 Lettere

passo di lettera persiana, o della pulcella, e citare Toland1 e Tindal! Siete sempre copie, noi siamo originali; i barbieri, e i calzolai di Londra vi ponno far da maestri in questa filosofia. La ragione, la filosofia, la libertà di pensare, questo è il linguaggio d’un parlamentajo e di un marinaio. L’uno sedendo legislatore nelle due camere, l’altro calafatando la nave detestano i pregiudizi. Che direbbono gl’italiani, che ne sono sì schiavi di me forestiere, che giudicargli ardisco? Vi ricordate dello stupore, che dimostrò visitandomi quel cavaliere poeta? Vide sul mio tavolino Dante e Petrarca insieme con Pope e con Adisson. Mi vide gustare que’ suoi poeti, e talora anteporli ai miei. Quante carezze mi fece! Sebbene bentosto cambiò stile, quando parlai di qualche critica di quei due maestri suoi perfettissimi secondo lui e impeccabili.


  1. Toland scrittore libertino, e spia di Milord Oxford il vecchio. Tindal autore di quel genere confutato dal dottore Conybeare vescovo di Bristol.