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Inglesi. 143

tare alcun testo, anche in cerchio di letterati, o d’Orazio o del Petrarca, e non volete decider mai le letterarie questioni, che si rimettono a voi spesso nella conversazione. Il che, a dirvi la verità, è al nostro tempo un’affettazione, come lo era il contrario in altri tempi. E questi difetti in voi si veggono anche al vestirvi, all’ornarvi, alle maniere, al suon della voce, agli argomenti de’ vostri discorsi, che tutti son relegati nella donnesca semplicità naturale de’ secoli non raffinati.

Con questa sincera confessione di questi e d’altri difetti vostri spero d’ottener fede presso i più increduli, e se molte donne sì fatte potessi io rammentare ai posteri nostri, giustificar presso loro potrei quell’ascendente, che sopra gli uomini han preso nel nostro secolo. E se i posteri opinassero per avventura (perchè chr può preveder le opinioni, la filosofia, il costume dell’ottocento?) contro il poter delle donne, vorrei convincerli, che non l’intendono, e che ben usandolo è questo un vero dono della natura, uno stromento principalissimo della comune