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in infinite edizioni, e a gran Tomi ridotti. Della sola mia Eneida ben cento edizioni, le più in gran volumi pesanti vi numerai, chiedendo a me stesso come quel mio poema nato dall’ozio, ed al piacer destinato potesse esser divenuto argomento di noja, e ingombro ambizioso di Biblioteche.
Ma a dirvi, o Arcadi, come in tal luogo venissi dipoi sovente, e quanti leggessivi italiani Poeti, e quai giudicj ne udissi da chi frequentava, che molti n’avea quell’albergo, e infine quai ne facessi io medesimo dopo lunga ricerca, e considerazione, troppo lungo sarebbe, e da formarsene nuova Biblioteca. Altra volta ve ne scriverò; e poichè la lunghezza è sempre nojosa, e massimamente parlandosi di poesia, di ciascuno de’ vostri poeti darò sentenza, qual mi parrà più giusta senza stendermi in lungo esame. Spero che a me ciò vorrete accordare almen per l’amore, che tutti abbiamo alla brevità: oltre all’uso, che parcamente far vogliono i morti dell’eloquenza. State sani.
L E T T E R A N O N A
A’ Legislatori della nuova Arcadia P. Virgilio Marone Salute.