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di Virgilio e Inglesi. |
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vemi somma gloria dell’umano ingegno così rara invenzione, onde moltiplicavansi a sì poco costo, e con tanta facilità l'opere dotte e ingegnose. Ma man danno pur sospettai poter venire alle lettete da ciò stesso, e massimamente alla poesia, che di pochi esser dee per poter esser gentile ed illustre. Il fuoco poetico sempre fu sacro, e a pochissimi confidato come quello di Vesta. Or questa moltiplicità per cui sino il volgo può tutte l’opere avere in mano, e ognun può farsi a talento autore e poeta della nazione, non deve ella rendere popolare la poesia, che già col diletto trae seco ognuno ed invita a cantare? Fatta comune alla moltitudine avvien senza dubbio, che il numero degli sciocchi prevalga, e rimangane oppressa la fama ed il nome nome degli ottimi troppo scarsi; laddove a' pochi comunicata, più fortemente a que’ pochi si fa sentire, che per lei nati sono. Nel qual pensiero mi confermai vedendo qua e là per le strade nelle mani medesime de’ plebei, e su le scasse de' venditori più vili non altro che libri di versi, e leggendovi di passaggio i no-