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di Virgilio e Inglesi. |
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trionfo di questa donna vendicati assai fossero i trionfati Galli, e che le Romane vittorie per Cesare riportate, o per altri non dovessero più vantarsi da’ suoi nepoti. Già più non mi fecero maraviglia dopo ciò moltissime novità. I Britanni dal mondo divisi, ed ultimi della terra, che in Roma oggi incontrai non sol liberi, ma potenti, e per l’amore dell’arti, e per la cultura ancor delle lettere insigni; anzi pur Mecenati dell’arti, e degl’ingegni divenuti: i Cimbri, i Teutoni, ed i Sicambri, già da noi riputati delle fiere più fieri, e neppur meritevoli d’essere soggiogati, che su la riva dell’Istro han trasportato l’Imperio Romano, e del lor sangue eleggono da gran tempo il successore d’Augusto: gli estremi Sciti, indomiti, e vagabondi un tempo, vantar leggi, e costumi, e liberali studj portandoli insino a Roma per ammaestrarla: e le Accademie, e i Parnasi fiorenti tra tutte queste nazioni, e ne’ climi gelati, questi prodigi mi persuasero, che doveva dimenticarmi d’ogni memoria de’ giorni miei, nè la mia Patria, nè la mia Roma in mente avere mai più.