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66 Prefazione Un parto della medesima madre , e non po- tea darsi maggior simigìianza, e concordia nel parlare, e nello scrivere in prosa, e in verso da Francesco I. nella cui corte [a nostra lingua dominò , i nostri autori fiorirono , e sino a Luigi XIII furon copiati , e imirati in tragedie , commedie ,,e prose , e versi. Basta dare un’occhiata all* antiche lor poesie per vedere una tal verità . Gli Annali poetici, che si stampano, d’ alcun tempo in qua a Parigi , e trascelgono 11 meglio di quel lor vecchio parnasso , e l dizionari de la Croix du Maine , e du Verdier son pieni di tai poesie francesi di gusto italiano , vuò dir di quello , che presso noi persevera sui fondamenti immutabili de’ nostri primi maestri , mentre i francesi P han variato, o non P hanno avuto sino al secolo di Luigi XIV, e lo variano ancora, se son gìusri i lamenti d’alcuni loro moderni più illustri zelatori di quello . Vedete per esempio la celebre ottava delP Ariosto con cui superò forse Catullo nella bellissima similitudine della rosa , e della verginella , e dite se non è tutta italiana in desinenze 3 e ritmo francese, ha