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<o Prefazione /na, ed essendo un de1 maestri, e giudici piò severi dell’altrui opere non lascerò d’aggiu- gnere come il gusto medesimo nell* un genere, e nell’altro di sintassi affatto barbara, ed ampollosa gonfiezza regni in tutto l’elogio di Galileo, che or ho in inano, stupendo ognuno, che lodando, e leggendo egli uno scrittor de5 più saggi * più eloquenti, e dei più corretti, qual fu Galileo r non abbia preso un poco di quella gastigatczza , e di quel fiudicio . Leggete il principio di quell1 elogio e vedrete il viaggio, eh’et fa da mille miglia lontano per ventre al suo assunto, ed intendete a un di presso , se fia possibile, quello eh’ ei dice, come a me par d’intendere ciò eh’ ei vuol dire ; ma un’anima avez- za ai calcoli più sublimi, e al consorzio dei gran geometri sin dalla gioventù non degnò forse mai discendere al suo nativo linguaggio, € quindi scrivendo in esso contorce le idee, per parlar anch’ io forestiero, che si sforzano d’esser grandi, e le frasi, che non giungono col loro sforzo che ad essere oscure, o risonanti. Scorrendolo un poco voi ritrovate in un ope-