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38 Prefazione * le naturali fattezze con falsi colori, e ornamenti, e sostituendo in luogo della maestosa semplicità, della grazia nativa, e della eleganza dello stile una studiata energia, un freddo entusiasmo, una lingua geometrica, e una ridicola mescolanza di gigantesca elevatezza più che poetica, e di precisitele contorta, intralciata, confusa, e sentenziosa, e più che filosofica. Or vediamo un poco tra noi di buon accordo se questo gusto di filosofìa dominante, e sino a qual segno possa nodrire le prose, e i versi italiani di miglior succo, e sangue, se faccia un giusto compenso a quella verbosità boccaccevole, a quello scriver digiuno, e vacuo de1 cinquecentisti, e a quel giogo tirannico della Crusca, che certamente fece gran male, e tenne troppo gran tempo gl’ingegni, e gli scrittori in una misera mediocrità* Chi sa, che volendo noi evitare un estremo non diam nel contrario, e che fuggendo i ceppi grammaticali non abusiamo d- una liberivi ancor più funesta ? E tanto più noi dobbiamo esser di dò solleciti, quanto più bella, più nobile, più ricca per singoiar privilegio abbiam sortita la lin-