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d e l Autore, 31 alla fine un’ ingiuria , e un* avvilimento tra i letterati. Lo spirito in vece, e pef dirlo in italiano, il vero , ed intimo ufficio della critica è un amore de’nostri simili , un desiderio di far lor bene, uno zelo, e favore de5 buoni studi * non è un mal animo, come credesi, un astio, un genio maligno d’offendere altrui. L’uom di lettere sa benissimo, che la sua professione è come T altre usate tra gli uomini, mista d’imperfezioni, le sente in se stesso, confessale, e Je compatisce , Non odia neppur gli errori, il falso gusto", lo stil vizioso, che incontra in tante opere, e molro meno gli autori , perchè conosce gli uomini come sono, e però portan qual piti qual meno e fiori, e frutti di pianta selvaggia* Chi può dunque perseguitarli se non b }l più sciocco di tutti, cioè un fanatico? Che se ad alcuno t pur lecito quest’ ufficio di saggia critica, sembra che sialo all’età più matura, che stagiona i giudici, e fu somigliata al primo freddo pel raddolcir che fa Puve al finir d’un autunno sereno, e se ad un tempo uccide i grilli, che son quegli spiriti troppo vivaci di gioventù, che mordono