fama d’un uomo, d’una città, d’una provincia, onde fansi guerre civili, e si traducono avanti de’ tribunali le muse innocenti. Non sono antichi, ne lontani gli esempi di vere persecuzioni fatte con altro che con la penna contro chi non toccava neppur leggermente le persone, ma solo il gusto, e lo stile delle lor opere, siccome vedonsi ne’ lor fogli, e giornali, tutto giorno i dittatori della repubblica letteraria lodare a cielo, e mettere in trono le prose, eie poesie de’ più miseri autori, che abbian titoli e gradi, e protezioni, o che comprino a bei contanti gli applausi mercenari di quelle penne servili. Ma poichè non può sperarsi rimedio a tal malattia comune ad ogni paese, e ad ogni tempo malgrado a forti lamenti d’ogni tempo, e d’ogni paese, noi ci contentiamo di sperar qualche moderazione in chi trovi materia da condannarci, sentendo in oggi sì alto predicare l’umanità, la filosofia, il disinganno, e vantare la luce del secolo illuminato incontro a’ pregiudicj dell’amor proprio, e di quello spirito di partito, come suol dirsi, che grazie al cielo par divenuto