stato presente in Italia per consigliarli, diriggerli, e premunirli, Son cinquant’anni, che scrivo, e compongo in verso, e in prosa, che veggo, ed esamino le vicende, e il viaggio delle lettere italiane, che riconosco il perpetuo ondeggiamento dei gusto, del genio, de’ varj capricci di scrivere, e di pensare in tali materie, perchè trovandomi dopo l’epoche differenti d’un mezzo secolo all’epoca del mio riposo, dovendo pure dividermi in un età avanzata da questi studj con dar loro l’ultimo addio, sentomi quasi obbligato a far il mio testamento letterario, giacchè niun altro forse, o assai pochi si son trovati com’io ne’ tempi, e nelle occasioni più proprie a trasmettere quasi in eredità tanto frutto di sperienza, e tanti insegnamenti degli uomini più preclari. Per rara sorte in fatti mi son trovato negli studi, ed anni miei primi al risorgere del buon gusto dopo i disordini del seicento, di cui vidi gli estremi aneliti, conobbi in lor vecchiaia il Muratori, il Maffei, il Checozzi, il Lazzarini, Apostolo Zeno, l’Abate Conti, il Facciolati, i Volpi, e i Manfredi suoi principali trionfa-