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18 | Prefazione |
qualità degli altrui cuori, secondo ch’egli ha con essi più o meno di somiglianza.
Chi negherà frattanto esser questi, parlando a chi lor somiglia, gli studj più dolci, come gli uomini il sono a questi inclinati, onde formasi la miglior parte dell’umana felicità, e l’impiego più consentaneo all’anime generose dei giovani eletti per tanto bene? Che se non credesi al tempo nostro fuor che a filosofi, e a metafisici scrutatori del cuor umano, e non vuolsi ascoltare fuor che il lor linguaggio non mi mancherebbon le pruove neppure di questa fatta. E in quali altri esercizi d’ingegno si senton meglio le scosse, le commozioni dell’anima, nelle quali quanto siano più torti, purchè non giungano ad essere dolorose, è collocata dai pensatori la maggiore felicità? Quante maniere di sensazioni, e quanto soavi non pruova l’artista, e l’uom di lettere solitario, lavorando nell’arte sua, se congiugne all’impiego dell’anima un carattere confacente del cuore? e come non sente egli per intima coscienza, che in mezzo a suoi lavori di pu-