uomini soprannomati per la conversione, ed amicizia avuta con molti, tali sempre pur riconobbi coloro, nel consorzio de’ quali mi ritrovai con più stretta comunione di società per tutta la vita mia. Non sarò mai tanto grato quanto sento pur di dovere lor esserlo per una felicità la più solida, la più costante, la più soave, che nella lor compagnia d’incontrare mi fu concesso per dono del cielo. La lor profession letteraria faceva onore a tutte quelle virtù, che per ogni altra ragione più grave, ed importante vidi aver posta sicura sede, ed immobile in mezzo a loro. Con le sole, e dominanti passioni del far bene, d’esser utili, di sacrificarsi al servigio del pubblico aveano soggiogate, o moderate quelle più naturali, che potevano opporsi a un sì bel fine, e quindi n’erano riscaldate, e afforzate siccome a quello conformi le più nobili, e le più grate dello studio, e della letteratura, anima, ed elemento, e centro di tutti. Parvemi in fatti di trovarmi così nel mio centro più felicemente eziandio, che non poteva dapprima imaginare. Benchè tutti gli studj, e gli eser-