fei, gli Zanotti, i Ghedini, i Fabri, i Beccari, e Balbi, e Molinelli, e Galli, e Azzoguidi, e la Bassi più di tutti, perchè donna, e perchè donna veramente dotta, e cent’altri da me conosciuti, quali anime, Dio immortale! e di qual indole dolce modesta cortese benefica generosa nemica di guerre, e di gelosie, lontana da gare, e da pretensioni, contenta di poco, ma contentissima poi del suo stato mediocre, in cui trovarono costantemente sino alla morte ogni gloria, e ricchezza, e felicità dagli altri ignorata. Tutti questi ho veduti dappresso, non senza profitto, e compiacenza, imparandone sin da primi anni il disprezzo della grandezza, e della fortuna, e sagrificandole volentieri all’intimo sentimento del cuore nato al sol desiderio, alla sola passione invincibile delle lettere, e della libertà.
Me fortunato, che dovendo pur prender dei vincoli, che ad ogni uomo sono necessarj nella presente costituzion delle cose, presi i vincoli appunto, che meglio si confacevano al mio naturale, ed anzi mi assicurarono tal libertà necessaria. Quali provai gl’illustri