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l’aria come quei lampi che vengono proprio sopra la testa. Un giorno o l’altro avrei minato le case!

Me ne tornavo, una volta, così pieno d’ira e d’odio che ne subivo, quasi immediatamente, una stupefazione densa, molle, paniosa, che soddisfaceva la mia anima. Alla mia anima appiccavo i miei fratelli e mio padre; e mi sentivo il sangue più arido della terra screpolata dall’estate; fermandomi a rompere con i tacchi qualche zolla entro la quale s’eran perfino seccati i fili di gramigna le cui punte bianche apparivano fuori. Se qualcuno m’avesse raggiunto e m’avesse detto: «sono tutti morti», finalmente la mia anima si sarebbe riavuta. Ma no, no; mai!

Voglia Dio che l’azzurro che