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né meno verso il mio scaffale pieno zeppo dinanzi alla scrivania inclinata; della quale avevo contato scrupolosamente, con angoscia, tutte le macchie d'inchiostro.
Ma i tetti erano là, cominciando dal mio davanzale, come un pendio che volesse precipitare la mia anima nell'oscurità silenziosa e diaccia della campagna. Qualche sera, escivo e andavo fuori di porta fino a Pescaia dove stava un contadino che teneva sette mucche. La mia malinconia aumentava con la sera; e i lumi a olio, che vedevo dentro la stalla di quel contadino, perché per lo più l'uscio lo lasciava aperto, mi tormentavano come una dolcezza che non potevo spegnere con me. Dopo di