Pagina:Bestie.djvu/62


— 56 —

po schiacciati, e gli offrivo di sorreggerli con la mia anima. E prima d’entrare in una strada io mi ci affidavo tutto. La stessa città mi pareva forse più di cento città: quella di quando avevo venti anni non somigliava a quella di venticinque; la molta gente che conoscevo, mi faceva lo stesso effetto di un pianoforte se si pigiassero insieme tutti i suoi tasti.

Rientrato in casa, deliberavo di star con la finestra aperta; e allora la notte aveva una dolcezza piena di estasi sovrapposte, come accordi, dal silenzio. Palpavo, con le braccia scosse dai brividi, il mio letto dove m’aspettava il sonno come un compagno. Ma io ero certo di non aver mai dormito; e mentre la musica della notte entrava, quasi di corsa,