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che da grande avrei scritto un libro differente a tutti quelli che io conoscevo: qualche storia ingenua e tragica che pareva uno di quei pampini che il vento mi faceva cadere tra le ginocchia; ecco: come c’è questo pampino, ci sarà il mio libro.
E sentivo un fremito.
Il carraio seguitava a verniciare; e, talvolta, m’illudevo che anch’egli vedesse riempirsi, la distanza tra me e lui, delle persone che mi pareva di vedere.
Egli è buono, pensavo; egli non dice niente né a me né a loro perché io non creda che gli si dia noia.
Tutta la strada era piena di persone, come un incubo trasparente e leggero, che si movesse anche ad un alitare di vento; come si moveva la mia anima.