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case più rade; oppure, l’uno appresso all’altro, farsi largo e posto, ma fermati da una fila di cipressi la cui ombra oscurava il verde dell’erba; e qualche pesco fiorire e maturare accanto alle campane d’una chiesola, e qualche olivo chiamarsi dietro tutta la campagna soave che impallidiva lontano, rasente i monti chiarissimi, talvolta più luminosa del sole; con una tenerezza che mi commoveva.
E, se guardavo la città da un’altra altura, da Vignanone, le voci degli uccelli s’allargavano nell’azzurro come il vento. E tal’altra volta le campane tutte insieme mi parevano un’armonia discorde, e mi veniva voglia di morir subito. Le rose dei giardini, senza colore e senza profumo, la cin-