loro parenti puotessero habitare; Mario rispose, che di se
stessi, et non di Teutoni prendessero cura, che già quelli havevano
ritrovate le loro stanze; Et gli fece mostrare i Prencipi,
et Capitani de Teutoni prigioni, che nell’Esercito teniva.
L’Ambasciatori ritornati al loro Rè Biorigie (ò come
altri vogliono Vdero si chiamasse) ciò inteso talmente
si sdegnò, che subito per vn’Araldo mandò à Mario, acciò
si preparasse alla battaglia, et elegesse il tempo, et il luogo;
Mario rispose, che i Romani con battono quando gli piace,
pure per compiacerlo, gli significava, che il terzo giorno
sarebbe stata la battaglia, quale sì fieramente fù attacata,
che alla fine i Cinbri con la morte del loro Rè furono rotti,
morti, et molti fatti prigioni; la qual battaglia (dice il Corte)
che seguì nel Veronese ove hora è la Campagna oltre la
Croce bianca; et mentre i Cinbri fuggivano per salvarsi
nell’alloggiamenti, le loro donne non puotendo soffrire
tanta vergogna, et vituperio, cominciarono con villanie,
et sassi, et con armi à percuotergli, et ammazzargli senza
riguardar se fosse fratello, marito, figliuolo, ò Padre, et dove
pensarono trovar scampo, et refrigerio, ivi trovarono la
morte; queste diedero non men che fare à Romani, che
valorosamente si diffendevano; alla fine vedendo non trovar
scampo alla loro salute, con animo generoso più tosto
morire, che pervenire vive nelle mani de loro inimici,
strangolati, et in altro modo uccisi i loro pargoletti, una
con l’altra la vita si tolsero, et l’ultime, con propri capelli,
chi ad’ alberi, chi al timone del Carro fatto un laccio si
appicarono, et altre alle corna de buovi, et una alla coda
del Cavallo con stimoli lo fece correre, che così strascinata
finì la vita. Paulo Diacono scrive, che nè furono trovate
alcune attacate alle code de Cavalli, et i propri figli attacati
ai piedi, et aggionge, che in questi due fatti d’arme
morirono trecento, et quaranta milla Barbari, et cento, et