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fra i pratesi che erano avversi alla parte di Castruccio.

Itinerario. Via a. Da Prato ore 3,30. — Usciti per la Porta a Serraglio si può prendere una delle due vie descritte nell’Itin. N. 3 e si va a Figline (1 ora). Passata di poco la Croce di Pacciana, dove a sinistra è la strada pel Monteferrato, la casa che si vede là dinanzi sopra un collicello, e che serba anche al presente qualche cosa di palazzotto baronale, si crede fosse la Villa di Messer Ottaviano Castellani, ricordata di sopra; è luogo delizioso e ricco d’acque limpide e fresche, che discendono dalle vicine pinete di Carbonaglia. Dirimpetto a questo castello che dicono il Poggio, sulle falde del M. delle Coste è Natreta, amena villetta dei Fancelli, un dì del Bastogi, agronomo appassionato ed intelligente.

Fatti pochi passi eccoci a Figline.

= Chi ne volesse andare a investigare l’origine, si perderebbe in ricerche inutili: si crede che il villaggio sia di remotissimo tempo. Coloro che sanno l’arte di trarre dai nomi delle città e dei paesi, notizie più o meno peregrine sulle condizioni dei luoghi, sull’origine degli abitanti, sull’arte da essi esercitata, dicono che Figline o Felline, derivi da figulina, parola latina che vuol dire vaso di terra cotta, perchè, è fama vi si lavorasse, come ora, il vasellame d’argilla refrattaria, della quale abbandono i dintorni.

Oggi Figline continua l’antica industria del vasaio1 e del cavatore, avendo vicine le cave del gra-


  1. All’arte del vasaio si è sostituita quella del fornaciaio; vi sono infatti diverse fornaci per calce e materiale laterizio assai rinomate. Iacopo Felici fabbrica stufe bellissime e solide a prezzi mitissimi.