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insenatura del poggio sul versante occidentale del M. Mezzano.

Questo fanciullo andato com’era suo costume ad incontrare sulla sera un suo fratello, che badava alle pecore sul monte, e non avendovelo trovato, pare si smarrisse e lo colse la notte: sebbene la sera stessa si facessero molte ricerche, non fu possibile rinvenirlo nè udir la sua voce per un fortissimo vento di tramontana che soffiava impetuoso. Dopo un mese una pecora che non voleva staccarsi da un certo punto, indusse il piccolo pastore ad andare a vedere quel che vi fosse e riconobbe lì in terra il suo fratellino in un cadavere essiccato dai cocenti raggi del sole di luglio.

Vie di ritorno. Via a. Chi non vuol salire le altre due cime, può ritornare a Prato scendendo per la costa orientale del Monte attraverso la pineta Benini, oggi Carradori e venendo a far capo a Galcetello e alla strada ruotabile di Figline (40 min.) Non v’è sentiero, ma non c’è pericolo di smarrirsi.

Via b. Chi vuole far una via poco più lunga, non meno però dilettevole, scenda giù per la costa nuda e rocciosa del monte dalla parte di ponente, con Montemurlo in vista e la magnifica Villa del Barone a destra. Giunto ad un piccolo spianato, detto le Porticciuole, che ha tutto l’aspetto di un varco, dal lato meridionale verso la pianura comincia una strada per carri da montagna; quanto più si discende, tanto più si fa migliore entrando in una bellissima piantagione di cipressi: sembra di essere in un bosco signorile: poco appresso s’entra in un vigneto e si giunge alla Villa Droutskoi, disegnata è fama, da Michelangelo Buonarroti. Quivi si incontra la Via Montalese, che